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Sanità, Pulin "Manifattura valore aggiunto sistema socio sanitario"

A due mesi dall'avvio della pandemia che ha messo a dura prova l’Italia – in ordine sparso, su di un piano economico, sociale, amministrativo e governativo – mettendo innanzitutto a dura prova il nostro sistema sanitario, la filiera di Confimi Sanità ha deciso di riunirsi per definire le necessità e le aree di azione. Occasione del confronto, il webinar “Una nuova Rappresentanza della Filiera Sanitaria” promosso e organizzato da Apindustria Confimi Vicenza.

E se il meeting è stato il momento per il Presidente territoriale e Vice presidente nazionale Flavio Lorenzin di presentare ai nuovi associati la realtà territoriale con i suoi servizi, senza dimenticare di raccontare i pilastri associativi che fanno della Confederazione del manifatturiero italiano un’associazione datoriale vicina alle esigenze concrete delle aziende, l’intervento del Direttore Generale nazionale Fabio Ramaioli che ha preso parte ai lavori ha permesso di trasmettere agli imprenditori intervenuti le attività di relazioni istituzionali e lobbying nonché le azioni a supporto delle aziende che la Confederazione ha portato avanti a 360 gradi per il tessuto dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata e il programma d’azione futuro.

Valorizzare le piccole e medie imprese del settore sanitario, sostenere il loro percorso di sviluppo, assisterle nella realizzazione e nella gestione dei contratti di lavoro, nonché rappresentarne gli interessi nelle sedi istituzionali dando loro occasioni di networking è quello che l’associazione vicentina ha in programma per le sue associate così come specificato dal Direttore di Apindustria Confimi Vicenza Manuel Maraschin che ha coordinato i lavori.

Un meeting scandito dagli interventi degli stessi imprenditori che hanno tratteggiato lo status quo del comparto e dettato le prossime linee guida. È stato Massimo Pulin, promotore della filiera di Confimi Sanità a introdurre i temi del dibattito: “Ci vogliamo dare l’obiettivo di essere, come imprenditori ed esperti del settore biomedicale e della sanità privata, degli interlocutori privilegiati per il cambiamento e l’innovazione del sistema sanitario regionale e nazionale, avendo come presupposto un sistema socio sanitario sostenibile. Vogliamo che la manifattura italiana in questo comparto sia considerata come valore aggiunto e non come penalizzazione”.

Gli interventi che si sono succeduti dei circa 40 imprenditori collegati, hanno evidenziato che la sanità privata è oggi non solo un’alternativa ma un valido alleato della sanità pubblica in settori quali: centri di riabilitazione e fisioterapia, laboratori di analisi e diagnostica per immagini, aziende ortopediche e sanitarie, poliambulatori e aziende che si occupano di servizi complementari sul territorio. Per non parlare di tutto il settore biomedicale di cui l’Italia vanta il secondo distretto in Europa, un settore espressione del Made in Italy ben oltre i confini nazionali.

Il prossimo appuntamento del comparto sarà il prossimo 26 giugno dove verranno trattati i temi dell’assistenza protesica e dell’attività fisica adattata come opportunità di crescita e di benessere sociale.